In occasione del GIORNO DELLA MEMORIA, proiezione del film Train de vie di Radu Mihaileanu. A seguire testimonianze sul tema della deportazione.
Il Museo Nazionale del Cinema partecipa alle commemorazioni per il Giorno della Memoria ospitando presso la sala incontri della Bibliomediateca, venerdì 27 gennaio 2012, alle ore 15.30, la proiezione del film Train de vie di Radu Mihaileanu, seguita dalle testimonianze dolorose di chi ha vissuto quella terribile pagina di storia. L’iniziativa è realizzata dalla Bibliomediateca Mario Gromo in collaborazione con la Circoscrizione 3.
Quando le truppe sovietiche dell’Armata Rossa arrivarono ad Auschwitz, il 27 gennaio del 1945, scoprirono il campo di concentramento situato nelle sue immediate vicinanze e ne liberarono i pochi superstiti. Quello fu il momento in cui il mondo si accorse dell’orrore che si stava consumando in quella parte del pianeta. Con la legge n.211 del 20 luglio 2000 il Parlamento Italiano ha aderito alla proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio giornata della commemorazione delle vittime dell'olocausto per non dimenticare le persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.
“Se Hitler fosse vivo e vedesse tutti i programmi tv cupi e noiosi sulla Shoah e sentisse tutti i pianti e i lamenti degli ebrei sarebbe felice. L’unica cosa con la quale possiamo umiliare i gerarchi nazisti, che sono ancora vivi in Sudamerica, è farli imbestialire, è mostrar loro che siamo vivi, che non ci hanno distrutti, che il nostro umorismo non è stato cancellato dalle loro barbarie” (Radu Mihaileanu).
Il regista rumeno Radu Mihaileanu sceglie di raccontare un tema doloroso come quello della Shoa in modo inusuale, ironico ma sempre delicato. Train de vie è una tragicommedia di viaggio costruita all’insegna dell'umorismo yiddish, di una sana energia narrativa e di un ritmo di trascinante allegria cui molto contribuisce la colonna sonora di Goran Bregovic, che attinge alla musica klezmer ebraica dell'Europa orientale. Ma il comico non nasconde né banalizza la sofferenza. Al contrario, trasfigurandola, la commemora e la onora. “Ridere è un altro modo di piangere” dice Radu Mihaileanu a proposito del suo film che ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra cui il premio Fipresci a Venezia nel 1998 e, nel 1999, il premio del pubblico al Sundance Festival e il David di Donatello come miglior film straniero.
Radu Mihaileanu
Train de vie
(Francia, 1998, 101’, col.)
Una sera del 1941 Schlomo, chiamato da tutti il matto, irrompe allarmato in un piccolo villaggio ebreo della Romania: i nazisti, fa sapere, stanno deportando tutti gli abitanti ebrei dei paesi vicini e fra poco toccherà anche a loro. Durante il consiglio dei saggi, che subito si riunisce, Schlomo tira fuori una proposta un po' bizzarra che però alla fine viene accolta: per sfuggire ai tedeschi, tutti gli abitanti organizzeranno un falso treno di deportazione, ricoprendo tutti i ruoli necessari, gli ebrei fatti prigionieri, i macchinisti, e anche i nazisti in divisa, sia ufficiali che soldati. Così riusciranno a passare il confine, ad entrare in Ucraina, poi in Russia per arrivare infine in Palestina, a casa.
Soggetto: Radu Mihaileanu; Sceneggiatura: Elodie Van Beuren; Radu Mihaileanu; Moni Ovadia; fot.: Yorgos Arvanitis, Laurent Dailland; musiche: Goran Bregovic; protagonisti: Lionel Abelanski, Agathe de la Fontaine,Clement Harari, Marie-Jose Nat, Bruno Abraham- Kremer
Ingresso libero fino esaurimento posti, previo tesseramento gratuito alla Bibliomediateca e presentazione di un documento d’identità.