Il Museo Nazionale del Cinema acquisisce l’archivio della rivista Filmcritica

Cinema Massimo, 24 novembre 2010, Sala Tre, ore 20,30

Il Museo Nazionale del Cinema acquisisce l’archivio di Filmcritica, una delle riviste più longeve del panorama italiano, fondata nel 1950 dall’attuale direttore Edoardo Bruno con Umberto Barbaro, Galvano Della Volpe e Roberto Rossellini. 60 anni di vita e oltre 600 numeri per una pubblicazione che ha rappresentato un punto di riferimento importante per i cinefili che hanno trovato, e continuano a trovare nelle sue pagine, una lettura trasversale e diversa del cinema.

Nel corso degli anni si sono affrontati percorsi teorici di filosofia del cinema, ma anche analisi sui registi di tendenza, film di culto, autori entrati nell’immaginario collettivo, opere rivoluzionarie ed innovative nelle forme e nei contenuti, esempi di sperimentazione del linguaggio cinematografico, valorizzazione di film sconosciuti, dimenticati o sottovalutati da proporre agli spettatori, conversazioni approfondite con i registi di tutto il mondo. Nelle sue pagine ci si imbatte in una pluralità di storie, senza fare differenza tra il cinema d’autore e quello di genere. Rossellini e Hollywood, Bresson e Hitchcock, il grande cinema sovietico e il grande cinema americano, Pasolini e Orson Welles, de Oliveira e Clint Eastwood, Straub e Huillet, Godard, Raoul Ruiz e Gitai. Sono comparsi testi di Deleuze, Garroni, Jameson, Lizzani, Montani, Matte Blanco, Nancy, Schroder, Pasolini, Ghezzi.

L’acquisizione dell’archivio viene ufficializzata con una serata al Cinema Massimo: mercoledì 24 novembre 2010 alle ore 20.30 presso la Sala 3 Edoardo Bruno presenta il volume Senso come rischio. 60 anni di Filmcritica, a cura di Alessandro Cappabianca, Lorenzo Esposito, Bruno Roberti e Daniela Turco, prefazione di Edoardo Bruno, Editore Le Mani, Genova.

Il volume potrà essere acquistato all’ingresso del cinema al costo di euro 18,00.

 

Al termine della presentazione, il Direttore di Filmcritica introdurrà al pubblico la il film Vampyr di Carl Th. Dreyer. Ingresso euro 5,50/4,00/3,00.

 

L’appuntamento conclude la quarta e ultima sezione, questa volta dedicata ai vampiri, della rassegna Diversamente vivi. Zombi, vampiri, mummie, fantasmi organizzata dal Museo Nazionale del Cinema in occasione della grande mostra ideata e curata da Peppino Ortoleva alla Mole Antonelliana fino al 9 gennaio 2011.

 

Carl Th. Dreyer

Vampyr

Francia/Germania 1931, 83’, b/n, v.o. sott. it.

Copia restaurata da Cineteca del Comune di Bologna e Deutsche Kinemathek

Aiutato da un medico e da due servi, una vampiro succhia il sangue alle due giovani figlie di un castellano. Una delle due è liberata dall'incubo per opera di David Gray, giovane viaggiatore di passaggio. Horror onirico di grande fascino e di grande suggestione. Dreyer girò il film in Francia e lo montò, poi lo portò a Berlino per la post-sincronizzazione in inglese, francese e tedesco. Dopo la prima proiezione al pubblico, il regista fu costretto dalla censura ad eliminare alcune scene ritenute troppo cruente per l'epoca, come l'agonia del dottore nel mulino e la morte del vampiro, che vennero notevolmente accorciate.

Sc.: C. Th. Dreyer, Christen Jul, dal romanzo di Sheridan Le Fanu; Fot.: Rudolph Maté; Int.: N. Babanini, Albert Bras, Henriette Gerard.