Il Museo Nazionale del Cinema presenta al Cinema Massimo Il fiume della storia. Retrospettiva Jia Zhang-ke

Cinema Massimo – dal 21 al 29 maggio 2012

Il Museo Nazionale del Cinema rende omaggio, da lunedì 21 a martedì 29 maggio, a Jia Zhang-ke – regista considerato tra i più interessanti esponenti del nuovo cinema cinese – con una retrospettiva dal titolo Il fiume della storia. Retrospettiva Jia Zhang-ke.

           

La retrospettiva è un progetto della Fondazione Cineteca di Bologna realizzato in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema e Fondazione Cineteca Italiana.

 

Universalmente considerato il rappresentante di maggior rilievo della cosiddetta Sesta Generazione del cinema cinese, Jia Zhang-ke è un giovane regista, scrittore, sceneggiatore e produttore nonché uno dei testimoni più consapevoli della Cina contemporanea. Profondamente influenzato dal cinema europeo - in particolare dalla nouvelle vague francese e dal neorealismo italiano - Jia Zhang-ke, rifiutando gli sfarzi e le ricostruzioni in studio delle produzioni cinesi del passato, analizza con attenzione i processi di trasformazione che hanno coinvolto la Cina negli ultimi tempi, dalla fine dell’ideologia maoista all’apertura verso la cultura occidentale, dall’introduzione del modello capitalistico alla gestione dell’ambiente e alla nascita di nuove classi sociali. E lo fa avvicinandosi alla realtà in maniera discreta, con uno stile sempre a metà tra documentario e poesia. Jia Zhang-ke è uno dei più grandi indagatori della sua terra, quella Cina sempre così divisa tra passi da gigante verso la modernizzazione e allo stesso tempo così attaccata alle sue tradizioni.

 

La rassegna sarà inaugurata lunedì 21 maggio 2012, alle ore 20.30, presso la Sala Tre del Cinema Massimo, con la proiezione del film Platform, introdotto da Dario Tomasi. Ingresso: 6.00/4.00/3.00 euro.

 

Jia Zhang-ke

Platform (Zhantai)

Cina/Hong Kong/Giappone/Francia 2000, 193’, col., v.o. sott.it.

Dal 1979 in avanti, una compagnia teatrale cinese vive diverse vicissitudini, adattando il suo repertorio al cambiamento degli usi e dei costumi di una società in continua evoluzione. Dalle ultime propaggini del post-Rivoluzione Culturale sino alla modernizzazione della Cina, vista, però, a partire dall’estrema provincia dello Shanxi, povera e lontana, dove si consumano due travagliate storie d’amore.

Sc.: Jia Zhang-ke; Fot.: Lik Wai Yu; Int.: Wang Hongwei, Zhao Tao, Liang Jingdong.

 


Il fiume della storia

Retrospettiva Jia Zhang-ke

 

di Giuseppe Gariazzo

 

 

Come pochi altri autori contemporanei, per intensità e ostinazione, Jia Zhang-ke esplora la trasformazione dei luoghi, i mutamenti, intimi e collettivi, di una società, l’assordante silenzio dell’incomunicabilità, lo smantellamento di un territorio e quello interiore dei personaggi che lo attraversano, provocati da modernizzazione e globalizzazione. Dal sorprendente lungometraggio d’esordio Xiao Wu a Still Life (Leone d’oro alla Mostra di Venezia 2006) e ai successivi lavori dove sempre più documentario e finzione s’intrecciano, il cinema di Jia Zhang-ke si presenta come una sorta di prezioso archivio dei cambiamenti. Le sue opere diventano memoria di posti in via di estinzione - le abitazioni filmate in Xiao Wu poco prima di essere rase al suolo così come il villaggio di Fengjie stravolto in seguito alla costruzione della diga delle Tre Gole, le cui metamorfosi profonde sono osservate in diretta in Still Life e Dong. Oltre allo stesso set, Dong condivide con Still Life anche alcune riprese e qualche interprete presente nel suo ruolo di personaggio. Si tratta di due testi che si specchiano l’uno nell’altro nel descrivere una trasformazione epocale vissuta dalla Cina e le devastanti conseguenze da essa prodotte sull’ambiente, sommerso dall’acqua, e gli abitanti, costretti a migrare in quartieri non ancora terminati. Inoltre, Dong è il ritratto dell’artista Liu Xiaodong, che Jia filma sia mentre mette in posa per dipingerli degli operai vicino alla diga, sia nel suo viaggio a Bangkok, dove il soggetto della sua pittura è un gruppo di donne.

Nato nel 1970, Jia Zhang-ke, figura di riferimento della “sesta generazione” del cinema cinese, elabora una costante riflessione sul rapporto fra presente e memoria, sgretolando le categorie della finzione e del documentario. Fin da Xiao Wu questa è la traccia indelebile della poetica di Jia, “convinto” a diventare regista dopo avere visto Terra gialla, opera prima capolavoro di Chen Kaige (1984). Una poetica che, spiega Jia, lo ha condotto a “cercare di trasmettere la convulsione, originata dal cambiamento economico, che la Cina sta vivendo dagli anni Ottanta e che in noi ha prodotto un fermento, un’agitazione nell’anima”. Adottando uno sguardo al tempo stesso partecipato e oggettivo, Jia va alla scoperta di periferie di una nazione, spesso ricorrendo al piano sequenza, e di personaggi colti nel loro spaesamento di fronte all’avanzare della “nuova Cina”. Appesi a un filo, come ben esprime l’inquadratura finale di Still Life, con un uomo in lontananza che cammina nel vuoto su una corda. Xiao Wu, protagonista del film omonimo, è uno dei personaggi più dolenti del cinema di Jia Zhang-ke: piccolo ladro asociale di ritorno nella sua città in via di radicale trasformazione (è Fenjang, luogo d’origine del regista), inadeguato nei confronti della donna che ama e dell’amico di un tempo ora dedito ad attività illegali più redditizie. Jia, e il direttore della fotografia Yu Lik-wai (autore delle luci di tutti i suoi lungometraggi e del corto In Public, nonché apprezzato cineasta), segue Xiao Wu nel suo errare fra luoghi dismessi e in rovina.

A questo film in 16 mm, omaggio a Pickpocket di Robert Bresson, fanno seguito, in quella che si può considerare la “prima fase” del cinema di Jia Zhang-ke, tre lavori dove le derive esistenziali e le architetture in progress sono inscritte in densi e talvolta sgargianti cromatismi: Platform, su una compagnia che, tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Novanta, porta in giro un’opera di propaganda mentre la Cina si apre all’economia di mercato; Unknown Pleasures, ritratto di tre giovani senza speranze in una città industriale; The World, girato nel parco d’attrazioni alla periferia di Pechino e, nella sua totale artificiosità, il luogo più estremo filmato da Jia Zhang-ke.

Con i successivi Still Life e Dong il cinema che salva e preserva di Jia inizia la sua “seconda fase”, avviandosi a documentare, con camera digitale, interviste e scene con attori, in maniera ancor più ravvicinata la Cina che cambia: la città operaia sostituita da un complesso residenziale di lusso in 24 City; il nuovo volto di Shanghai in I Wish I Knew; l’industria della moda in Useless. Un percorso che rende la filmografia del regista cinese simile a quella del cambogiano Rithy Panh (da anni intento a scavare nella memoria del suo popolo durante e dopo il regime dei khmer rossi). Entrambi determinati a fare con il loro cinema un meraviglioso gesto di lotta e resistenza.



 

Il fiume della storia. Retrospettiva Jia Zhang-ke


 

CALENDARIO DELLE PROIEZIONI




LUN 21, h. 20.30, MER 23, 18.00


Platform  (Zhantai) 

Cina/Hong Kong/Giappone/Francia 2000, 193’, col., v.o. sott.it.

Dal 1979 in avanti, una compagnia teatrale cinese vive diverse vicissitudini, adattando il suo repertorio al cambiamento degli usi e dei costumi di una società in continua evoluzione. Dalle ultime propaggini del post-Rivoluzione Culturale sino alla modernizzazione della Cina, vista, però, a partire dall’estrema provincia dello Shanxi, povera e lontana, dove si consumano due travagliate storie d’amore.

Sc.: Jia Zhang-ke; Fot.: Lik Wai Yu; Int.: Wang Hongwei, Zhao Tao, Liang Jingdong.

 

La proiezione di lunedì 21 sarà introdotta da Dario Tomasi

 


MAR 22, h. 16.15, VEN 25, h. 18.30


Unknown Pleasures (Ren Xiao Yao) 

Cina/Francia/Corea/Giappone 2002, 113’, col., v.o. sott.it.

In una città della Cina settentrionale, prossima al confine mongolo, Xiao Jin e Bin Bin sono due amici diciannovenni che trascorrono le giornate della loro giovinezze nella noia. Xiao Jin è innamorato della pop star locale Qiao Qiao, e la sua ostinazione potrebbe far breccia nella solitudine della ragazza. Bin Bin, invece, spera di entrare nell'esercito, ma viene riformato per un'epatite. È fidanzato con una studentessa, ma quest'ultima sta per trasferirsi per continuare gli studi.

Sc.: Jia Zhang-ke; Fot.: Lik Wai Yu; Int.: Zhao Wei Wei, Wu Qiong, Zhou Qing Feng.

 


MAR 22, h. 18.30, MER 23, h. 21.30 

 

Pickpocket (Xiao Wu)

Cina/Hong Kong 1998, 105’, col., v.o. sott.it.

La storia di un piccolo delinquente di provincia, personaggio complesso ed emblematico, completamente spiazzato di fronte a cambiamenti epocali nell’economia e nel tessuto sociale cinese di fine anni Novanta. Jia Zhang-ke descrive, in questo straordinario film d’esordio, il faticoso e alienante passaggio all’economia di mercato. Girato interamente nella città di Fenyang in 16 millimetri.

Sc.: Jia Zhang-ke; Fot.: Lik Wai Yu; Int.: Hong Wei Wang, Hao Hongjian, Zuo Baitao.

 

 

VEN 25, h. 16.00, DOM 27, h. 20.00


The World (Shijie)

Cina/Giappone/Francia 2004, 140’, col., v.o. sott.it.

Tao è una ballerina e vive e lavora nel parco d’attrazioni “Il Mondo”, dove sono stati ricostruiti i più famosi monumenti del pianeta. La ragazza e i suoi amici si esibiscono ogni giorno in fastosi spettacoli nel parco a tema. Un giorno, però, scopre che il suo fidanzato Taisheng è attratto da Qun, una disegnatrice di moda che ha incontrato durante un viaggio. Per non affrontare la realtà, la ballerina si rifugia nei sogni da cui è circondata.

Sc.: Jia Zhang-ke; Fot.: Lik Wai Yu; Int.: Zhao Tao, Chen Taisheng, Jing Jue.

 


VEN 25, h. 20.30, SAB 26, h. 16.30, MAR 29, h. 18.30


Still Life (Sanxia haoren)

Cina/Hong Kong 2006, 111’, col., v.o. sott.it.

Han Sanming arriva a Fengjie alla ricerca della moglie, che lo ha abbandonato sedici anni prima con la figlia appena nata. Le due non vivono più lì ma il fratello di lei gli consiglia di aspettarla e così l'uomo si fa assumere come demolitore e si stabilisce in città. Ritroverà la moglie ma dovrà mettere a rischio la vita per riavere la sua famiglia. Il film è stato girato a Fengjie, cittadina destinata a scomparire pin seguito alla realizzazione della diga delle Tre Gole.

Sc.: Jia Zhang-ke; Fot.: Lik Wai Yu; Int.: Zhao Tao, Han Sangming.

 


VEN 25, h. 22.30, SAB 26, h. 18.30


Dong

Hong Kong/Cina 2006, 66’, col., v.o. sott.it.

Straordinario documentario che, attraverso l’opera del noto artista Liu Xiaodong (presente nella mostra “Cina XXI secolo”), testimonia la vita di gruppi di individui apparentemente lontani ma accomunati da una condizione esistenziale simile e dalla partecipazione a una storia che è ancora in divenire.

 


DOM 27, h. 16.15, LUN 28, h. 18.45


Useless (Wuyong) 

Cina/Hong Kong 2007, 80’, col., v.o. sott.it.

Documentario scettico e disincantato sull’industria della moda in Cina e sugli effetti che il nuovo modello capitalistico di sviluppo produce sulle comunità rurali. Il valore e l’etica del lavoro artigianale contro quello della produzione di massa.

 


DOM 27, h. 17.45, MAR 29, h. 16.30


24 City (Er shi si cheng ji)

Cina/Hong Kong/Giappone 2008, 112’, col., v.o. sott.it.

A Chengdu, la fabbrica di Stato 420, che produceva strumentazione per aerei, viene smantellata dopo più di sessant’anni. Al suo posto verrà costruito un quartiere residenziale denominato '24 City'. Il regista intervista cinque lavoratori e aggiunge tre monologhi femminili di finzione. Con questa scelta intende ricostruire la storia recente della Cina Popolare, facendo emerge un quadro di mutamenti sociali che ha raso al suolo un passato di tradizioni e di regole, sostituendolo con la precarietà del quotidiano.

 


DOM 27, h. 22.30, LUN 28, h. 16.30


I Wish I Knew (Shang Hai Zhuan Qi) 

Cina 2010, 125’, col., v.o. sott. it.

Il film si concentra sull'architettura, la cultura e la vita di Shanghai, dalla metà dell’800, quando la città era un fiorente porto commerciale, ai giorni nostri. A proposito del presente, troviamo un gruppo di ex compagni di classe riuniti a parlare delle loro vite, offrendo uno spaccato delle emozioni e dei desideri di una generazione di giovani di oggi cresciuti nell'ambiente cittadino. Film commissionato al regista cinese per commemorare l’esposizione mondiale di Shanghai dello scorso anno.

Sc.: Jia Zhang-ke; Fot.: Nelson Yu Lik Wai; Int.: Yindi Cao, Hsin-i Chang, Dan-qing Chen.