Agenda settimanale degli eventi al Cinema Massimo
- VENERDI’ 12 OTTOBRE, ORE 20.30 e 22.30 – SALA TRE
Nuovo appuntamento di AMATI DA...con la proiezione dei film La folla di King Vidor e Johnny Guitar di Nicholas Ray, i capolavori selezionati da Martin Scorsese.
Per il nuovo appuntamento con AMATI DA…Viaggio nel cinema americano attraverso lo sguardo dei maestri – dedicato alla selezione di Martin Scorsese - il Museo Nazionale del Cinema presenta, nella Sala Tre del Cinema Massimo, venerdì 12 ottobre 2012, alle ore 20.30, la proiezione del film La folla di King Vidor, introdotto da Giulia Carluccio ed Emanuela Martini e accompagnato dal vivo al pianoforte dal maestro Stefano Maccagno. Seguirà, alle ore 22.30, la proiezione del film Johnny Guitar di Nicholas Ray.
Martin Scorsese è sicuramente uno dei registi che più hanno lavorato sul ruolo e sull'eredità del Cinema Classico. Grazie a Un secolo di cinema - Viaggio nel cinema americano di Martin Scorsese (A Personal Journey with Martin Scorsese Through American Movies, documentario del 1995), il regista statunitense ci permette di capire, attraverso l'intelligenza del suo sguardo, quanto sia importante la conservazione e la ri-visione del classico. Sia per coglierne sempre più frammenti, sia per comprendere meglio il modo di fare cinema. Il film di King Vidor viene considerato da Scorsese come lo zenit del cinema muto, capace di raggiungere vette di modernità vertiginose (e non a caso è ancora oggi uno dei film più citati e studiati). Il western di Ray, invece, è un'opera capitale e anticipatrice che ai tempi fu fraintesa in America ma amata dalla Nouvelle Vague francese grazie alla sua complessità e alla sua ricchezza stilistica e tematica.
AMATI DA…Viaggio nel cinema americano è un percorso all’interno della produzione classica americana attraverso lo sguardo dei maestri che, a quella scuola, si sono formati. Gli incontri – organizzati da Giulia Carluccio, titolare della cattedra di Storia del Cinema Nordamericano dell’Università di Torino – proporranno, di volta in volta, la visione alcuni capolavori della storia del cinema riletti da critici e registi. Un cammino a tappe dove il nome del cineasta a cui ogni serata è dedicata non serve solo come occasione per proporre una determinata opera ma diventa una vera e propria indicazione di visione d’autore.
King Vidor
La folla (The Crowd)
(Usa 1928, 95’, b/n, did.or. sott.it.)
Una giovane coppia newyorchese, alle prese con le difficoltà e i drammi della vita, finisce per ritrovare il sorriso in mezzo alla folla di uno spettacolo di vaudeville. Uno dei capolavori assoluti del muto americano, La folla fu fortemente osteggiato da Louis B. Mayer della MGM, che costrinse Vidor a girare otto finali alternativi, arrendendosi poi di fronte all’insistenza del regista.
Copia conservata da Fondazione Cineteca di Bologna
Sc.: Harry Behn, Joseph Farnham, K. Vidor, John V.A. Weaver; Fot.: Henry Sharp; Int.: James Murray, Eleanor Boardman, Bert Roach.
Nicholas Ray
Johnny Guitar
(Usa 1954, 111’, col., v.o. sott.it.)
Johnny Guitar, un famoso pistolero, cambia vita e si presenta alla casa di gioco di Vienna, sua ex-amante, alla quale chiede lavoro. La donna ha aperto il locale in una zona attraverso la quale passerà presto la ferrovia, mettendosi però in contrasto con potenti interessi. Western anomalo e sorprendente, amatissimo anche da Truffaut, Godard e Wenders.
Copia distribuita da Théâtre du Temple
Sc.: Philip Yordan; Fot.: Harry Stradling; Int.: Joan Crawford, Sterling Hayden, Scott Brady.
- MARTEDI’ 15 OTTOBRE, ORE 20.30/22.30 – SALA TRE
Per MAGNIFICHE VISIONI, il Museo Nazionale del Cinema presenta il film Les Cousins di Claude Chabrol.
Per MAGNIFICHE VISIONI. Festival Permanente del Film Restaurato, il Museo Nazionale del Cinema presenta, martedì 15 ottobre 2012, alle ore 20.30 e 22.30, nella Sala Tre del Cinema Massimo, il film Les Cousins di Claude Chabrol, nel restauro digitale HD realizzato da Gaumont e distribuito in Italia da Movies Inspired. In replica mercoledì 17 ottobre, alle ore 16.00. Ingresso: 6.00/4.00/3.00 euro.
Prodotto e diretto da Claude Chabrol nel 1958, Les cousins è il secondo lungometraggio del cineasta francese realizzato a un anno di distanza da Le beau Serge e premiato con l’Orso d’Oro al Festival di Berlino, nonostante le polemiche sulla caratterizzazione seminazista di un personaggio. Tratto da un soggetto dello stesso Chabrol e sceneggiato da Paul Gégauff, I cugini è una sorta di ironica rielaborazione della nota favola del topo di campagna e del topo di città, qui rappresentati dai due protagonisti del film: il giovane e ingenuo Charles (Gérard Blain), appena arrivato dalla provincia e completamente concentrato sugli studi, e suo cugino Paul (Jean-Claude Brialy, che aveva già interpretato il precedente “Le beau Serge”), un dandy allegramente vizioso che pensa soltanto a godersi la vita senza preoccuparsi troppo degli altri. Dal confronto fra questi due personaggi agli antipodi, Chabrol sa ricavare un raffinato dramma psicologico percorso da una costante vena ironica, ma con degli insospettabili risvolti tragici che esploderanno all’improvviso verso il finale.
“Un “melodramma allegro” - secondo la definizione dello stesso regista - con evidenti soluzioni hitchcockiane”. (Mereghetti)
Il film fa parte degli appuntamenti della nuova e ricca stagione di MAGNIFICHE VISIONI. Festival Permanente del Film Restaurato che propone, anche per quest’anno, a seguito del grande successo di pubblico e di critica delle scorse edizioni, cinque appuntamenti mensili con i capolavori del cinema, dall'età d'oro del cinema classico, spaziando dal muto fino alle nouvelles vagues degli anni '60 e oltre, in copie restaurate provenienti dalle più importanti cineteche del mondo. I film saranno presentati in versione originale con i sottotitoli in italiano, e ogni proiezione sarà introdotta - quando se ne presenterà l’occasione - da cineasti, critici o personalità del mondo della cultura e del cinema.
Claude Chabrol
Les Cousins
(Francia 1958, 112’, b/n, v.o. sott.it.)
Charles, un giovane provinciale serio e lavoratore, si trasferisce a Neuilly, presso il cugino Paul, un giovanotto cinico che ha un grande successo con le ragazze. Quando Charles si innamora di Florence, il competitivo Paul la fa diventare la sua amante. Il film ebbe un grandissimo successo commerciale soprattutto per la descrizione delle serate di ballo tra giovani ricchi e spensierati, gli incontri tra studenti, l'evocazione delle SS. Omaggio dichiarato alla suspense di Hitchcock. Fu distribuito in Italia con piccoli tagli e ipocrite modifiche ai dialoghi tra cui un conte italiano trasformato in viveur venezuelano. Orso d’oro al Festival di Berlino.
Restauro digitale HD realizzato da Gaumont e distribuito in Italia da Movies Inspired.
Sc.: C. Chabrol; Fot.: Henri Decaë; Int.: Gérard Blain, Jean-Claude Brialy, Juliette Mayniel.
- MARTEDI’ 16 OTTOBRE, ORE 15.30/17.50/20.10/22.30 – SALA DUE
Il Museo Nazionale del Cinema presenta al Cinema Massimo The Story Of Film: An Odyssey di Mark Cousins.
Il Museo Nazionale del Cinema ospita, martedì 16 ottobre 2012, la proiezione del settimo e ottavo episodio di The Story Of Film: An Odyssey, il documentario di Mark Cousins - prodotto da Channel 4 e distribuito dalla BIM - dedicato alla storia del cinema e approdato al Moma di New York dopo il successo televisivo. Gli episodi – della durata di 62’ ciascuno – saranno proiettati, nella Sala Due del Cinema Massimo, alle ore 15.30/17.50/20.10/22.30. Ingresso: 5 euro intero. Ridotto: 4 euro per gli Over60 e gli studenti universitari.
Tratto dall’omonimo libro di Mark Cousins, The Story Of Film è un’opera monumentale, frutto di cinque anni di lavoro, che abbraccia sei continenti e dodici decenni. Mark Cousins rilegge la storia del cinema dagli albori fino all'avvento del digitale, facendo leva sull'esperienza raccolta come conduttore di un programma sul cinema per la BBC e costruisce un itinerario ragionato in quindici episodi che analizzano in toto la produzione cinematografica globale, grazie alla commistione di interviste inedite ai più grandi registi con spezzoni di film provenienti da ogni parte del pianeta.
Mark Cousins
The Story Of Film
(Regno Unito, 2011, 900’, col.)
Scritto e diretto da Mark Cousins è la storia in 15 episodi del cinema internazionale raccontata attraverso le varie tappe dell’innovazione cinematografica. Il film visita i luoghi chiave della storia del cinema - da Hollywood a Mumbai, dalla Londra di Hitchcock al villaggio indiano in cui fu girato Pather Panchali di Satyajit Ray - e propone interviste con registi e attori leggendari tra cui Stanley Donen, Kyoko Kagawa, Gus van Sant, Lars Von Trier, Claire Denis, Bernardo Bertolucci, Robert Towne, Jane Campion e Claudia Cardinale.
Episodio 7
1957-1964 - La scossa del Nuovo. Forme moderne di cinema nell’Europa occidentale
Episodio 8
1965-1969 - Le “Nouvelles Vagues”. Nuove ondate si propagano nel mondo
- MARTEDI’ 16 OTTOBRE, ORE 20.00 – SALA UNO
Appuntamento speciale di CULT! con la proiezione di Death Row di Werner Herzog, presente in sala.
In occasione della trentesima edizione del TFF, il Museo Nazionale del Cinema, il Torino Film Festival e il Goethe-Institut Turin organizzano per martedì 16 ottobre, alle ore 20.00, nella Sala Uno del Cinema Massimo, un appuntamento speciale in cui saranno proiettati i quattro episodi di Death Row, la serie televisiva sulla pena di morte realizzata da Werner Herzog, presente in sala per dialogare con il pubblico torinese al termine della proiezione. In replica lunedì 22 ottobre, alle ore 16.30. Ingresso: 6.00/4.00/3.00 euro.
Dopo Into the Abyss, documentario realizzato per grande schermo e presentato al Torino Film Festival nel 2011, Death Row è una serie di 4 puntate – da 52’ ciascuna – sulla pena di morte, girate da Werner Herzog per il canale televisivo Investigation Discovery. Non c'è nessuna inchiesta dietro la ricostruzione herzoghiana, non c'è nessun tentativo di andare a fondo nei fatti, scoprire nuove piste o fornire spunti diversi da quelli che la cronaca giudiziaria ha messo a fuoco. L'obiettivo del regista tedesco non sono i fatti ma la grande verità che si nasconde dietro ciò che ha portato quegli uomini e quelle donne alla pena capitale. In questi film il regista bavarese, oltre a incontrare i detenuti del braccio della morte e a parlare con persone che stanno loro attorno, utilizza i video della polizia realizzati sulle scene dei diversi crimini, estratti di servizi televisivi, fotografie, materiali di vario tipo con cui approfondire gli aspetti via via considerati più interessanti.
“Uno Stato non dovrebbe permettere – in nessuna circostanza – l’esecuzione di nessuno per nessuna ragione. Come ospite degli Stati Uniti, essendo io tedesco, sono rispettosamente in disaccordo con la pratica della pena capitale. Sono l’ultimo a dover dire agli americani come gestire la loro giustizia criminale” (W. Herzog).
Werner Herzog
Death Row
(Usa/Gran Bretagna/Austria 2012, 188’, v.o. sott.it.)
Quattro episodi per una serie televisiva sulla pena di morte, o meglio, sulla storia di cinque persone condannate all’iniezione letale negli Stati Uniti. Dopo Into the Abyss, Herzog prosegue la sua indagine negli oscuri meandri delle prigioni americane, a colloquio con i condannati e con le persone che gravitano attorno alla loro storia. C’è quella di James Barnes, catturato e giudicato per l’assassinio della moglie e reo confesso di un precedente omicidio con violenza sessuale; quella di Hank Skinner, che Herzog accompagna quasi sino all’esecuzione per il presunto omicidio della sua ragazza e dei suoi due figli, di cui l’uomo si dichiara innocente; quella di Joseph Garcia e George Rivas, fuggiti con altri cinque condannati all’ergastolo da una prigione texana, poi ripresi e condannati a morte per l’uccisione di un agente durante la fuga; infine la storia di Linda Carty, una nera accusata di aver fatto uccidere una donna per appropriarsi del figlio neonato.
- MERCOLEDI’ 17 OTTOBRE, ORE 18.15 – SALA TRE
Terzo appuntamento della rassegna HISTOIRE(S) DU CINÉMA con la proiezione del film Roma città aperta di Roberto Rossellini, introdotto da Silvio Alovisio.
Il Museo Nazionale del Cinema e il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino presentano, nella Sala Tre del Cinema Massimo, mercoledì 17 ottobre 2012, alle ore 18.15, la proiezione del film Roma città aperta di Roberto Rossellini, introdotto da Silvio Alovisio. Ingresso euro 4 (euro 3 per studenti universitari e over 60).
HISTOIRE(S) DU CINÉMA è una rassegna dei classici più significativi della storia del cinema dagli anni Trenta agli anni Settanta, introdotti e commentati dai docenti in materia dell’Università di Torino.
Capolavoro assoluto della cinematografia mondiale, Roma città aperta fu realizzato da Roberto Rossellini nel 1945. Considerato il manifesto del neorealismo italiano, è la prima opera della Trilogia della guerra diretta dal regista romano, seguita da Paisà (1946) e Germania anno zero (1948). Sceneggiato da Rossellini, Sergio Amidei, Federico Fellini e Celeste Negarville, il film si ispira alla storia vera di don Luigi Morosini, torturato e ucciso dai nazisti perché colluso con la Resistenza. Accolto freddamente in Italia, il film ebbe immediato successo all'estero ottenendo il Grand Prix come miglior film al Festival di Cannes del 1946. La memorabile interpretazione di Anna Magnani, di forte intensità drammatica, le valse il Nastro d’Argento come migliore attrice non protagonista e la rese celebre in tutto il mondo.
Roberto Rossellini
Roma città aperta
(Italia 1945, 100’, b/n.)
“Un prete e un comunista lottano per la stessa causa. Dietro di loro si muove un quartiere popolare di Roma, coi suoi casoni squallidi, i cortili in cui la storia di ognuno è la storia di tutti e dove la sofferenza e le speranze sono comuni. La forza di Roma città aperta è in questa molteplicità di elementi umani coagulati da un'unità superiore” (Carlo Lizzani)
Proiezione digitale HD
Sc.: Sergio Amidei, Federico Fellini, R. Rossellini, Celeste Negarville; Fot.: Ubaldo Arata; Int.: Anna Magnani, Aldo Fabrizi, Marcello Pagliero.
- MERCOLEDI’ 17 OTTOBRE, ORE 20.30 – SALA TRE
Per il CINEMA DEGLI ALTRI, il Museo Nazionale del Cinema ospita la proiezione del film Donnie Darko - director’s cut di Richard Kelly, introdotta da Lorenzo Maccone.
Nell’ambito delle iniziative organizzate in occasione del convegno THE TIME MACHINE FACTORY (14-20 ottobre, Museo Regionale di Scienze Naturali) il Museo Nazionale del Cinema ospita nella Sala Tre del Cinema Massimo, mercoledì 17 ottobre 2012, alle ore 20.30, la proiezione del film Donnie Darko - director’s cut di Richard Kell, introdotto da Lorenzo Maccone, fisico teorico e studioso di Meccanica Quantistica presso l’Università di Pavia. Ingresso: 6.00/4.00/3.00 euro.
“Il convegno The Time Machine Factory si propone di rivitalizzare l'interesse per i viaggi nel tempo, non proibiti dalle leggi fisiche correnti, e inaugurare una rassegna triennale sulle implicazioni delle problematiche connesse alla fattibilità di una macchina del tempo. Tema centrale è la causalità e la necessità che i comportamenti temporalmente anomali la preservino rigorosamente a dispetto di apparenti possibili violazioni” (Mariateresa Crosta). Per ulteriori informazioni: http://timemachine.polito.it
Scritto e diretto nel 2001 dall’allora esordiente Richard Kelly, Donnie Darko affonta il complesso tema del viaggio nel tempo e si interroga sull'effetto prorompente che la consapevolezza della morte ha su ogni individuo e di quanto questo condizioni ogni altra sensazione e azione. Flop clamoroso alla sua uscita, divenne un vero e proprio cult-movie per le giovani generazioni di tutto il mondo (ma soprattutto in Inghilterra). In Italia, il film venne presentato alla Mostra del Cinema di Venezia del 2004 nella versione Director’s Cut - più lunga di 20 minuti - e distribuito nelle sale con tre anni di ritardo rispetto alla “prima” americana.
Richard Kelly
Donnie Darko
(Usa 2001, 108’, col., v.o. sott.it.)
Donnie è un ragazzo con dei disturbi mentali che lo hanno portato, anni fa, a dar fuoco ad una casa abbandonata. Ora è in cura da una psicanalista che lo aiuta a combattere la sua schizofrenia, ma le cose diventano difficili quando Frank, un coniglio gigante che lo ha salvato da una morte assurda, gli chiede di fare cose sempre più pericolose, oltre ad annunciargli che il mondo sta per finire. Un gran via vai tra i corridoi del tempo per un film che divenne subito un culto in tutto il mondo.
Sc.: R. Kelly; Fot.: Steven Poster; Int.: Jake Gyllenhaal, Jena Malone, Maggie Gyllenhaal.