Il Museo Nazionale del Cinema presenta al Cinema Massimo Tutta la memoria del mondo Il cinema di Alain Resnais
Il Museo Nazionale del Cinema rende omaggio, da mercoledì 6 a venerdì 29 giugno, ad Alain Resnais – regista considerato tra i più importanti al mondo e teorico della nouvelle vague – con una retrospettiva dal titolo Tutta la memoria del mondo. Il cinema di Alain Resnais.
La retrospettiva è un progetto del Museo Nazionale del Cinema con la collaborazione di Ripley’s Film, Pathé International, Le Grands Films Classiques, MK2, Rosebud Film e Cineteca Lucana.
Considerato uno degli ispiratori teorici della nouvelle vague, di cui fu sempre punto di riferimento pur non aderendovi mai ufficialmente, Alain Resnais è uno dei primi registi che abbia avuto l’ardire di collocare la cinepresa dentro la coscienza stessa dei personaggi. Sperimentatore e intellettuale, il cinema di Resnais è un personalissimo impasto di motivazioni etiche (di testimonianza storica e civile) ed estetiche, assolutamente inseparabili le une dalle altre. Fin dai primi celebri cortometraggi, lo sguardo del regista bretone è andato sviluppandosi all'insegna della complessità della percezione cinematografica, attraverso un approfondito confronto con i diversi linguaggi artistici e i più svariati riferimenti letterari.
La rassegna sarà inaugurata mercoledì 6 giugno 2012, alle ore 15.00, presso la Sala Tre del Cinema Massimo, con la proiezione dei film Smoking e No Smoking, film gemelli premiati con l'Orso d'argento a Berlino nel 1994 e ispirati da Intimate Exchanges, una follia teatrale di Alan Ayckbourn, il commediografo più rappresentato in Inghilterra degli anni '80.
Ingresso: 6.00/4.00/3.00 euro.
Alain Resnais
Smoking
(Francia/Italia/Svizzera 1993, 149’, col., v.o. sott. it.)
Prima parte del dittico Smoking/No Smoking concepito come un film unico, ispirato al testo teatrale “Intimate Exchanges”, suite di otto commedie, ciascuna con due finali diversi che diventano solo sette nel film. In scena due personaggi per volta perché gli attori sono solo due. La struttura dell'opera fa perno su due parole: ou bien (in italiano: "se invece") e su un ritmo quinario: cinque giorni, cinque settimane, cinque anni dopo. Come su una scacchiera: se si fa una mossa, si procede in una certa direzione, ma se se ne fa un'altra, la direzione del racconto cambia.
Sc.: Pierre Bacri, Agnès Jaoui, dal testo teatrale di Alan Ayckbourn; Fot.: Renato Berta; Int.: Sabine Azéma e Pierre Arditi.
No Smoking
(Francia/Italia/Svizzera 1993, 149’, col., v.o. sott. it.)
Seconda parte del dittico Smoking/No Smoking. Il racconto è interamente ambientato a Hutton-Buscel, villaggio dello Yorkshire, l'intera azione si svolge in esterni ma il film è stato girato in studio. Resnais non nasconde l'impianto teatrale né mimetizza l'identità dei due attori che ricoprono tutti i ruoli. Invita lo spettatore a essere suo complice nel gioco. Ammirevole il contributo dello scenografo Jacques Soulnier, che allestisce uno Yorkshire più vero del vero. Orso d’argento a Berlino.
Sc.: Pierre Bacri, Agnès Jaoui, dal testo teatrale di Alan Ayckbourn; Fot.: Renato Berta; Int.: Sabine Azéma e Pierre Arditi.
Tutta la memoria del mondo
Il cinema di Alain Resnais
di Daniele Dottorini
Vous n'avez encore rien vu, non avete ancora visto nulla: quanto mai evocativo il titolo dell’ultimo film di Alain Resnais, quasi uno sguardo retrospettivo, ironico, lungo tutta l’opera di questo straordinario regista/teorico (una doppia definizione usata qui in tutta la sua potenza). Ripercorrere retrospettivamente l’opera di Resnais, passare da un film all’altro, da un’immagine ad un’altra è un’operazione che consente di focalizzare l’attenzione su un modo particolare di fare e pensare il cinema da parte del regista francese. C’è sempre un’idea nel corpus dell’opera di un autore, diceva Deleuze, un’idea che si dispiega in mille forme, al di là delle immagini, dei corpi, delle storie raccontate.
Ecco, forse, riprendendo l’intuizione deleuziana, la grande idea di Resnais è che il cinema (e la vita) siano un gioco, si presentino come un gioco, ma un gioco che, per essere chiamato tale, deve essere profondamente serio. È infatti, forse, proprio intorno all’idea di gioco che si può ricomporre quella apparente frattura che sembra correre costante all’interno della filmografia di Resnais. Quella distanza tra un cinema esplicitamente concettuale e dominato dalla parola, dai suoi personaggi-parola e quel cinema leggero e ironico che irrompe all’improvviso, fatto di scarti e follia, di leggerezza e visionarietà, di personaggi-visione e immaginazione. Si potrebbe dividere l’opera del regista francese in questa doppia categoria (anche quello della suddivisione è in fondo un gioco) e ritrovare, nella prima forma, film sulla parola e il pensiero, sulla memoria e il caso, sul tempo e l’ambiguità del reale, come Toute la memoire du monde, Les statues meurent aussi, L'anno scorso a Marienbad, Hiroshima mon amour, Smoking/No smoking, Providence o Mélo; mentre, nella seconda categoria troverebbero allora posto le immagini e i personaggi folli, i giochi del caso le visioni fuori norma di Mai sulla bocca, Mon oncle d'Amérique, Parole, parole, parole, Cuori o Gli amori folli.
Ma se questa suddivisione, come si diceva sopra, non fosse in fondo valida? Se si potesse invece rovesciare il discorso e vedere coerentemente tutta la produzione di Resnais come parte integrante di un’idea che la attraversa in molteplici modi? Ecco tornare allora l’idea di gioco, di gioco serio però.
Il cinema, come la vita, può essere visto come un gioco, sembra dire Resnais, come cioè la prima (nel senso di originaria) forma attraverso la quale fare esperienza del mondo, conoscerlo, viverlo, appropriarsene. Il gioco come insieme di regole e strutture che condizionano la nostra esperienza - ed ecco dispiegarsi la fascinazione per i labirinti di Marienbad o per le sale della biblioteca nazionale di Tutta la memoria del mondo, o i salti temporali e spaziali operati dal montaggio e dalle parole di Emmanuelle Riva e Eiji Okada in Hiroshima mon amour. Oppure il gioco come violazione di queste regole, reinvenzione fantastica del mondo, capacità poetica e visionaria di creazione: ritornano in questo senso alla mente lo spaesamento dei personaggi di Mon oncle d’Amérique, i percorsi illogici e il folle volo finale di Gli amori folli, gli incroci al limite dell’assurdo tra storie e personaggi in un film come Cuori.
Più ci si addentra, insomma, nelle immagini e nei racconti di Resnais e più l’idea straordinaria del suo cinema si illumina e si chiarisce attraverso le immagini. Tutte le esperienze, le domande fondamentali, i pensieri-limite dell’esistenza vengono affrontati dal regista francese nei suoi film, nelle sue storie, nella costruzione dei suoi personaggi. Ciò che cambia è la possibilità dei giochi attraverso i quali entrare in contatti con i nodi fondamentali dell’esistere (la memoria, la fede, il senso della vita, l’amore, la morte, il passato, la Storia). Non esiste, sembra dire, film dopo film, Resnais una sola strada, un solo modo di affrontare una domanda, esistono però diversi giochi, diversi modi di giocare con essa (e dunque di fare esperienza del mondo, di conoscerlo). Essi possono essere i giochi linguistici (e la parola, o meglio, le parole, sono parte integrante dell’universo dei personaggi resnaisiani) o giochi di situazione, i giochi inventati o le regole del gioco da infrangere. La posta è sempre una possibilità, che il cinema, come anche la vita, offre, almeno una volta, almeno in un film: quella di affrontare una domanda, di porsela, di farla propria. Non è cosa di poco conto.
Tutta la memoria del mondo. Il cinema di Alain Resnais
CALENDARIO DELLE PROIEZIONI
MER 6 e LUN 11, h. 15.00
Smoking
(Francia/Italia/Svizzera 1993, 149’, col., v.o. sott. it.)
Prima parte del dittico Smoking/No Smoking concepito come un film unico, ispirato al testo teatrale “Intimate Exchanges”, suite di otto commedie, ciascuna con due finali diversi che diventano solo sette nel film. In scena due personaggi per volta perché gli attori sono solo due. La struttura dell'opera fa perno su due parole: ou bien (in italiano: "se invece") e su un ritmo quinario: cinque giorni, cinque settimane, cinque anni dopo. Come su una scacchiera: se si fa una mossa, si procede in una certa direzione, ma se se ne fa un'altra, la direzione del racconto cambia.
Sc.: Pierre Bacri, Agnès Jaoui, dal testo teatrale di Alan Ayckbourn; Fot.: Renato Berta; Int.: Sabine Azéma e Pierre Arditi.
MER 6 e LUN 11, h. 17.40
No Smoking
(Francia/Italia/Svizzera 1993, 149’, col., v.o. sott. it.)
Seconda parte del dittico Smoking/No Smoking. Il racconto è interamente ambientato a Hutton-Buscel, villaggio dello Yorkshire, l'intera azione si svolge in esterni ma il film è stato girato in studio. Resnais non nasconde l'impianto teatrale né mimetizza l'identità dei due attori che ricoprono tutti i ruoli. Invita lo spettatore a essere suo complice nel gioco. Ammirevole il contributo dello scenografo Jacques Soulnier, che allestisce uno Yorkshire più vero del vero. Orso d’argento a Berlino.
Sc.: Pierre Bacri, Agnès Jaoui, dal testo teatrale di Alan Ayckbourn; Fot.: Renato Berta; Int.: Sabine Azéma e Pierre Arditi.
MER 6, h. 20.20, MAR 12, h. 16.15
Pas sur la bouche
(Francia/Svizzera 2003, 115’, col., v.o. sott. it.)
Gilberte è sposata con Georges, un ricco capitano d'industria che le annuncia di stare per concludere un contratto importante con un uomo d'affari americano. I guai cominciano quando la donna scopre che quest'ultimo non è altri se non il suo primo marito, della cui esistenza mai aveva fatto menzione a Georges. Un film leggero e spensierato che fa rivivere lo spirito della Parigi degli Anni Venti.
Copia distribuita da Pathé International.
Sc.: André Barde, dall’ operetta di Barde e Maurice Yvain; Fot.: Renato Berta; Int.: Audrey Tautou, Pierre Arditi, Sabine Azéma.
MER 6, h. 22.30, MER 12, h. 18.30
Parole, parole, parole (On connait la chanson)
(Francia/Svizzera/Gran Bretagna/Italia 1997, 120’, col., v.o. sott. it.)
Scritta dalla coppia Bacri-Jaoui, attori-autori già collaboratori di Resnais per Smoking-No Smoking, Parole, parole, parole è una storia d’amore dei giorni nostri a Parigi nel giro di sei personaggi (due donne e quattro uomini): innamoramenti, corteggiamenti, delusioni, stanchezze di coppia. Le diverse situazioni sono intercalate da canzoni in playback, attinte da un repertorio assai noto in Francia, che sostituiscono i dialoghi, usate un po' come proverbi. Il finale, però, è amaro.
Copia digitale HD distribuita da Ripley’s Film.
Sc.: Agnès Jaoui, Jean-Pierre Bacri; Fot.: Renato Berta; Int.: Lambert Wilson, André Dussolier, Sabine Azéma, Pierre Arditi.
VEN 8, h. 16.00, SAB 9, h. 20.20
Stavisky, il grande truffatore (Stavisky)
(Francia/Italia 1974, 120’, col.)
Ultimi mesi di vita di Alexander Stavisky, finanziere ebreo di origine russa che creò in Francia un grande impero finanziario fondato sulla frode e la corruzione. Fu assassinato (o morì suicida) l'8 gennaio 1934 in uno chalet di Chamonix. “Stavisky vive nella Francia degli anni Trenta e corre verso un'eterna ricerca della felicità. Quello che mi ha sedotto in lui è la sua relazione con il teatro e lo spettacolo in generale. Mi appariva come un fantastico commediante, un eroe del feuilleton” (A. Resnais).
Sc.: Jorge Semprun; Fot.: Sacha Vierny; Int.: Claude Rich, Jean-Paul Belmondo, Charles Boyer.
VEN 8, h. 18.10, SAB 9, h. 22.30
Mon oncle d'Amérique
(Francia 1980, 125’, col.)
Tre storie, due uomini e una donna: un alto funzionario dell'azienda televisiva di Stato, un tecnico dell'industria tessile, un'attrice di teatro. Dapprima scorrono parallele, poi la vita del primo incrocia quella della donna e si sovrappongono non senza finali a sorpresa, con l’intervento del professor Henri Laborit, biologo e filosofo scientifico, che propone le sue teorie sul comportamento umano. Ottavo film di Resnais, commedia filosofica divertente. Premio speciale per la giuria a Cannes.
Sc.: Jean Gruault, dal trattato di Henry Laborit; Fot.: Sacha Vierny; Int.: Gérard Depardieu, Nicole Garcia, Roger Pierre.
VEN 8, h. 20.30, DOM 10, h. 16.15
Hiroshima mon amour
(Francia/Giappone 1959, 90’, b/n, v.o. sott. it.)
In Giappone per un film sulla pace, un'attrice francese ha una relazione appassionata con un architetto giapponese che le ricorda quella che durante la guerra ebbe a Nevers con un soldato tedesco. Su un testo di Marguerite Duras, Resnais realizza un film innovatore che sa precorrere i tempi in materia di linguaggio. Sadoul lo considerava il film più importante della Nouvelle Vague francese.
Copia digitale HD distribuita da Ripley’d Film.
Sc.: Marguerite Duras; Fot.: Sacha Vierny, Michio Tanasaki; Int.: Emmanuelle Riva, Bernard Fresson, Eiji Okada.
Al film è abbinato il cortometraggio Tutta la memoria del mondo (Francia 1956, 21’, b/n, v.o.)
VEN 8, h. 22.30, DOM 10, h. 18.15
La guerra è finita (La guerre est finie)
(Francia/Svezia 1966, 121’, b/n, v.o. sott. it.)
Nel 1965 a Parigi Diego, militante del Partito Comunista spagnolo, si accorge che la lotta contro il regime franchista non è più adatta alla realtà. I suoi compagni di partito l'accusano di pessimismo. In lui, però, ci sono la stanchezza e i dubbi di chi ha donato gran parte della propria vita a una causa che continua ad apparire disperata. È il film più politicamente impegnato di Resnais, scritto dallo spagnolo Jorge Semprun, allora esiliato in Francia.
Copia digitale HD distribuita da Ripley’d Film.
Sc.: Jorge Semprun; Fot.: Sacha Vierny; Int.: Yves Montand, Ingrid Thulin, Geneviève Bujold.
SAB 9, h. 16.00, DOM 10, h. 22.30
Je t'aime, je t'aime - Anatomia di un suicidio
(Francia 1968, 94’, col., v.o. sott.it.)
Claude Ridder, suicida mancato, fa da cavia a un esperimento scientifico: gli si offre la possibilità di un viaggio di andata e ritorno nel tempo per rivivere un minuto della propria vita di un anno prima. L'esperimento sfugge al controllo dei suoi ideatori: l'uomo rivive, tra rapidi ritorni al presente, frammenti più o meno lunghi del proprio passato fino a incontrarsi col momento del suicidio. Con questo film Resnais torna alle atmosfere delle origini, sciogliendo ogni filo spazio-temporale.
Copia proveniente da Les Grands Films Classiques.
Sc.: Jacques Sternberg; Fot.: Jean Boffety; Int.: Claude Rich, Olga Georges-Picot, Anouk Ferjac.
Al film è abbinato il cortometraggio Le chant du Styrène (Francia 1959, 19’, b/n, v.o.)
SAB 9, h. 18.10, DOM 10, h. 20.30
Providence
(Francia/Svizzera 1977, 110’, col., v.o. sott. it.)
Nel vecchio castello in cui abita, il vecchio scrittore Clive Langham, ormai alcolizzato e acciaccato, vive una notte di ricordi. Nella sua mente allucinata si affollano i volti della moglie suicida e quelli dei figli e della nuora, che divengono protagonisti di un immaginario romanzo. Al mattino i personaggi si ritrovano tutti insieme a festeggiare il settantottesimo compleanno dello scrittore. Unico film inglese di Resnais, sceneggiato dallo sceneggiatore del Free Cinema.
Copia proveniente da Rosebud Films.
Sc.: David Mercer; Fot.: Ricardo Aronovich; Int.: Ellen Burstyn, John Gielgud, Dirk Bogarde.
SAB 23, h. 16.00, DOM 24, h. 22.30
L'amour à mort
(Francia 1984, 92’, col., v.o. sott. it.)
In una villa misteriosa e austera si incontrano due coppie: Elisabeth e Simon, Judith e Jérome. I primi due sono due pastori protestanti. Il loro accordo è perfetto ma hanno alcune profonde divergenze nel modo di concepire la religione e la fede. Elisabeth e Simon, invece, vivono un amore totale, drammaticamente romantico, ma una minaccia grava sulla loro felicità. Resnais torna a intrecciare i legami misteriosi che esistono tra amore e morte, piacere e dolore.
Copia distribuita da MK2.
Sc.: Jean Gruault; Fot.: Sacha Vierny; Int.: Pierre Arditi, Fanny Ardant, Sabine Azéma, André Dussollier.
Al film è abbinato il cortometraggio Van Gogh (Francia 1948, 20’, b/n, v.o.)
SAB 23, h. 18.00, DOM 24, h. 20.15
L’anno scorso a Marienbad (L'année dernière à Marienbad)
(Francia/Italia 1961, 94’, b/n, v.o. sott. it.)
In un grande palazzo barocco, un uomo afferma d’aver incontrato “l’anno scorso” una donna. E lui o è lei a mentire? Questo ha ben poca importanza in un’opera in cui si alternano passato, presente e futuro, reale e immaginario. Una specie di geometria ordina personaggi che continuamente girano come prigionieri, pongono domande che rimangono senza risposta, non portano a termine le frasi incominciate (G. Sadoul). Scritto da Alain Robbe-Grillet. Leone d’oro a Venezia nel 1961.
Restauro digitale realizzato da Studio Canal.
Sc.: Alain Robbe-Grillet; Fot.: Sacha Vierny; Int.: Giorgio Albertazzi, Delphine Seyrig, Sacha Pitoëff.
Al film è abbinato il cortometraggio Notte e nebbia (Francia 1955, 32’, b/n, v.o. sott.it.).
SAB 23, h. 20.20, DOM 24, h. 16.00
Muriel, il tempo di un ritorno (Muriel ou Le temps d'un retour)
Francia/Italia 1963, 117’, col., v.o. sott. it.
Nel 1963, a Boulogne-sur-Mer, una donna ritrova l'uomo che ha amato nel 1939, mentre il suo figliastro è ossessionato dagli orrori della guerra d'Algeria. "Questo film è un tentativo fatto con tutte le nostre forze di riprendere il mondo nel punto preciso in cui l'abbandonano l'attualità, la politica, la vita sociale. È un saggio di riabilitazione dell'uomo nel cuore delle prove che deve superare. Vuole dimostrare che nulla è veramente il peggio" (Jean Cayrol).
Copia digitale HD distribuita da Ripley’d Film.
Sc.: Jean Cayrol; Fot.: Sacha Vierny; Int.: Delphine Seyrig, Jean Pierre Kerien, Jean Baptiste Thierrée.
SAB 23, h. 22.30, DOM 24, h. 18.10
La vita è un romanzo (La vie est un roman)
(Francia 1983, 110’, col.)
Un conte lituano fa costruire un castello barocco per farne un "tempio della felicità" e nel 1919 vi dà un fastoso ricevimento. Trasformato in collegio, nel 1982 il castello ospita un convegno sull'educazione dei sentimenti, ma anche i giochi di quattro ragazzini in vacanza. Sono loro a inventarsi una favola medievale in cui un giovane eroe sconfigge un malvagio tiranno. Divertente ed elegante interrogativo irrisolto su amore, fantasia e felicità.
Sc.: Jean Gruault; Fot.: Bruno Nuytten; Int.: Geraldine Chaplin, Ruggero Raimondi, Vittorio Gassman.
LUN 25, h. 16.00, VEN 29, h. 20.30
Voglio tornare a casa (I Want to Go Home)
(Francia 1989, 100’, col., v.o. sott. it.)
Joey Wellman, anziano disegnatore americano di fumetti, arriva a Parigi per una mostra. Scopre un mondo e una cultura che non gli piacciono e vorrebbe tornare a casa. Un professore francese, suo ammiratore, lo invita a cena in casa di sua madre dove incontra la figlia Elsie che non vedeva da due anni. Una nuova intesa nasce tra padre e figlia. Con la complicità di Jules Feiffer, umorista e cartoonist nordamericano, Resnais si cimenta per la prima volta con la comicità.
Sc.: Jules Feiffer; Fot.: Charles Van Damme; Int.: Gérard Depardieu, Micheline Presle, Adolph Green.
LUN 25, h. 18.00, MER 27, h. 18.30
Melò (Mélo)
(Francia 1986, 112’, col., v.o. sott. it.)
La passione divampa tra Maniche e Marcel, un violinista famoso, ex compagno di conservatorio del marito di lei, Pierre. La follia avanza e travolge Maniche che cerca di avvelenare il marito e si dà la morte nella Senna. Tre anni dopo Pierre e Marcel si incontrano. Un film coinvolgente, che trascina lo spettatore nei vortici illogici dei suoi personaggi. Costruito esclusivamente in ambienti chiusi, affidando agli attori il compito di inventare lo spazio.
Sc.: A. Resnais, da un romanzo di Henri Bernstein; Fot.: Charles Van Damme; Int.: Fanny Ardant, Sabine Azéma, Pierre Arditi.
MAR 26, h. 16.15, VEN 29, h. 18.15
Cuori (Coeurs)
(rancia/Italia 2006, 120’, col.)
Nicole sta cercando un appartamento per andarci a vivere con Dan, il quale è stato di recente radiato dall'esercito ed è senza lavoro. L'agente immobiliare è l'anziano Thierry, segretamente innamorato della collega Charlotte che, a sua volta, di sera fa la badante al vecchio e satirico genitore di Lionel, barista del locale di cui Dan è assiduo frequentatore. Un film che celebra il piacere di narrare, tutto costruito attorno a personaggi straordinari.
Sc.: Jean-Michel Ribes; Fot.: Eric Gautier; Int.: Sabine Azéma, Isabelle Carré, Laura Morante.
MAR 26, h. 18.30, VEN 29, h. 22.30
Gli amori folli (Les Herbes Folles)
(Francia/Italia 2009, 104’, col.)
Marguerite esce da un negozio di scarpe e subisce il furto della borsa. Georges trova il suo portafogli nel parcheggio di un centro commerciale e comincia a fantasticare su di lei, senza conoscerla. Il desiderio di questa donna, che fa la dentista e il pilota di aerei leggeri, è così forte che riempie la sua vita - di padre di famiglia e marito - di pensieri e azioni irrazionali. Marguerite resiste, ma per poco. È una corsa verso l’errore, piena di vita.
Sc.: Laurent Herbiet, Alex Reval; Fot.: Eric Gautier; Int.: André Dussollier, Sabine Azéma, Mathieu Amalric.