Agenda settimanale degli eventi al Cinema Massimo

Cinema Massimo – dal 21 al 27settembre 2012

- DA SABATO 22 A DOMENICA 30 SETTEMBRE – SALA TRE


Il Museo Nazionale del Cinema presenta al Cinema Massimo Pelle contro pelle. Retrospettiva François Ozon.


Il Museo Nazionale del Cinema rende omaggio, da sabato 22 a domenica 30 settembre 2012 a François Ozon - giovane autore francese dalla straordinaria versatilità - con un’ampia retrospettiva dal titolo Pelle contro pelle. Retrospettiva François Ozon.

 

La retrospettiva è un progetto del Museo Nazionale del Cinema realizzato in occasione dell’uscita di Dans la maison, il nuovo film di Ozon che sarà nelle sale francesi a partire dal 10 ottobre 2012.

 

Considerato ormai in tutto il mondo uno dei giovani cineasti dotati di maggior talento, François Ozon è un autore molto versatile, che si è misurato con i generi più diversi. Regista e sceneggiatore, piuttosto che muoversi intorno a un nucleo tematico sempre riconoscibile, Ozon ha fatto della discontinuità la cifra fondante della sua poetica. All’interno di una filmografia relativamente giovane ma già ricchissima di titoli, ha dimostrato una straordinaria versatilità abbinata a una funambolica abilità nel cambiare registro espressivo, sguardo e modalità d’approccio alla messinscena

 

La retrospettiva sarà inaugurata sabato 22 settembre, alle ore 16.30, nella Sala Tre del Cinema Massimo, con la proiezione del film Sitcom – La famiglia è simpatica (Sitcom), primo lungometraggio del regista francese, dai toni grotteschi e surreali, presentato nel 1998 al Festival di Cannes nella sezione Settimana Internazionale della Critica. Ingresso: 6.00/4.00/3.00 euro.

 

François Ozon

Sitcom – La famiglia è simpatica (Sitcom)

(Francia 1998, 85’, col.)

Il declino morale di una famiglia di periferia la cui degenerazione inizia con l’acquisto di un piccolo topo bianco. “L’idea di raccontare l’esplosione di una famiglia mi interessava da molto tempo. Ho scritto il film in 15 giorni e l’ho girato in un mese, in Super16, con attori poco noti e in un luogo davvero unico” (F. Ozon). Debutto nel lungometraggio, dopo tanti corti e medi, del 31enne Ozon, che viene subito selezionato dalla Semaine di Cannes.

Sc.: F. Ozon; Fot.: Yorik Le Saux; Int.: Evelyne Dandry, François Marthouret, Marina de Van.

 


- MARTEDI’ 25 SETTEMBRE, ORE 20.30/22.30 – SALA TRE


Per MAGNIFICHE VISIONI, il Museo Nazionale del Cinema presenta Il silenzio del mare di Jean-Pierre Melville.

 

Per MAGNIFICHE VISIONI. Festival Permanente del Film Restaurato, il Museo Nazionale del Cinema presenta, martedì 25 settembre 2012, alle ore 20.30 e 22.30, nella Sala Tre del Cinema Massimo, il film Il silenzio del mare di Jean-Pierre Melville, nel restauro digitale realizzato da Gaumont e distribuito in Italia da Movies Inspire. In replica mercoledì 26 settembre, alle ore 16.00. Ingresso: 6.00/4.00/3.00 euro.

                    

Primo lungometraggio di Jean-Pierre Melville, Il silenzio del mare (1949), girato con pochissimi mezzi, è tratto dal romanzo omonimo di Vercors - pseudonimo resistenziale di Jean Bruller - e fu considerato dai critici e cineasti della nouvelle vague come una primaria fonte di ispirazione e di influenza. Girato nei modi di un kammerspiel, il film è un atto unico in 12 quadri, l'ultimo dei quali registrato in totale silenzio. Poco alla volta i monologhi dell'ufficiale protagonista della storia prendono la forma di un delirio, come delirante è la sua idea di un "matrimonio" tra la civiltà tedesca e francese tramite la guerra e l'invasione. Il film ebbe un grande successo, tanto che Jean Cocteau propose poco dopo a Melville di mettere in scena l’adattamento del suo romanzo I ragazzi terribili. Per poter esordire alla regia, il giovane regista francese aveva fondato una sua casa di produzione, l’Organisation Génerale Cinématographique.

 

"Tratto da una delle opere maggiori della letteratura sulla Resistenza, è uno dei film che nel dopoguerra hanno espresso meglio lo spirito della resistenza, quello dei francesi anonimi che si sono opposti col silenzio. Indipendentemente dal suo interesse storico, Il silenzio del mare film resta un'opera estremamente letteraria. Howard Vernon, che ha costruito la sua carriera sull'interpretazione di ufficiali tedeschi, ha interpretato qui il suo più grande ruolo”. (Jean Tulard, 'Guide des Film', Robert Laffont Editions, Parigi, 1990)

 

Il film fa parte degli appuntamenti della nuova e ricca stagione di MAGNIFICHE VISIONI. Festival Permanente del Film Restaurato che propone, anche per quest’anno, a seguito del grande successo di pubblico e di critica delle scorse edizioni, tre appuntamenti mensili con i capolavori del cinema, dall'età d'oro del cinema classico, spaziando dal muto fino alle nouvelles vagues degli anni '60 e oltre, in copie restaurate provenienti dalle più importanti cineteche del mondo. I film saranno presentati in versione originale con i sottotitoli in italiano, e ogni proiezione sarà introdotta - quando se ne presenterà l’occasione - da cineasti, critici o personalità del mondo della cultura e del cinema.

 

Jean-Pierre Melville

Il silenzio del mare (Le silence de la mer)

(Francia 1947, 86’, b/n, v.o. sott.it.)

Nel 1941 un ufficiale tedesco si stabilisce nella casa di campagna di un uomo e di sua nipote. L'ufficiale, innamorato della cultura francese, parla un francese eccellente. Ogni sera cerca di comunicare la sua passione ai suoi ospiti che, invece, gli oppongono un mutismo feroce. Un giorno parte per andare a visitare Parigi e torna sconvolto per le intenzioni dei suoi connazionali. Chiede di essere destinato ad un’unità combattente e lascia la casa senza essere riuscito a scambiare una parola con i due francesi. Esordio nel lungometraggio del giovane Melville che, contravvenendo a tutte le regole dell’industria cinematografica francese predilige gli ambienti naturali ai teatri di posa. Al suo cinema saranno debitori i registi della nouvelle vague.

Restauro digitale realizzato da Gaumont e distribuito in Italia da Movies Inspire.

Sc.: J-P. Melville, dal racconto di Vercors; Fot.: Henri Decaë; Int.: Howard Vernon, Nicole Stéphane, Jean-Marie Robain.

 

 

- MARTEDI’ 25 SETTEMBRE, 15.30/17.50/20.10/22.30 – SALA TRE


Il Museo Nazionale del Cinema presenta al Cinema Massimo The Story Of Film: An Odyssey di Mark Cousins. 

 

Il Museo Nazionale del Cinema ospita, da martedì 25 settembre 2012, nella Sala Due del Cinema Massimo, la proiezione di The Story Of Film: An Odyssey di Mark Cousins, il film a episodi - prodotto da Channel 4 - dedicato alla storia del cinema e approdato al Moma di New York dopo il successo televisivo.

Ingresso: 5 euro intero. Ridotto: 4 euro per gli Over60 e gli studenti universitari.

 

Tratto dall’omonimo libro di Mark Cousins, The Story Of Film è un’opera monumentale, frutto di cinque anni di lavoro, che abbraccia sei continenti e dodici decenni. Mark Cousins rilegge la storia del cinema dagli albori fino all'avvento del digitale, facendo leva sull'esperienza raccolta come conduttore di un programma sul cinema per la BBC e costruisce un itinerario ragionato in quindici episodi che analizzano in toto la produzione cinematografica globale, grazie alla commistione di interviste inedite ai più grandi registi con spezzoni di film provenienti da ogni parte del pianeta. 

 

I primi due episodi – della durata di 62’ ciascuno – di quello che è considerato il documentario più completo mai realizzato per raccontare la Settima Arte saranno proiettati, nella Sala Tre del Cinema Massimo, martedì 25 settembre, alle ore 15.30/17.50/20.10/22.30

 

Mark Cousins                                       

The Story Of Film

(Regno Unito, 2011, 900’, col.)

Scritto e diretto da Mark Cousins è la storia in 15 episodi del cinema internazionale raccontata attraverso le varie tappe dell’innovazione cinematografica. Il film visita i luoghi chiave della storia del cinema - da Hollywood a Mumbai, dalla Londra di Hitchcock al villaggio indiano in cui fu girato Pather Panchali di Satyajit Ray - e propone interviste con registi e attori leggendari tra cui Stanley Donen, Kyoko Kagawa, Gus van Sant, Lars Von Trier, Claire Denis, Bernardo Bertolucci, Robert Towne, Jane Campion e Claudia Cardinale.

 

Episodio 1
1895-1918 - Il mondo scopre una nuova forma d’arte
1903-1918 - Il brivido diventa racconto

Episodio 2

1918-1928 - Il trionfo del cinema americano e i suoi primi ribelli

 

 

- MERCOLEDI’ 26 SETTEMBRE, ORE 18.00 – SALA TRE


Per il CINEMA DEGLI ALTRI, il Museo Nazionale del Cinema ospita la proiezione del film Der Dibuk di Michal Waszynski, introdotto da Sarah Kaminski e Silvia Parlagreco.

 

Nell’ambito delle iniziative legate a Torino Spiritualità, il Museo Nazionale del Cinema ospita, mercoledì 26 settembre 2012, alle ore 18.00, nella sala Tre del Cinema Massimo, la proiezione del film Der Dibuk di Michal Waszynski. La proiezione è parte del progetto Le strade del Dybbuk, ideato e curato da Sarah Kaminski e Silvia Parlagreco, presenti in sala. Ingresso: 3 euro.

 

Il film di Michal Waszynski inaugura la manifestazione dedicata al tema del Dibbuk, simbolo del percorso di conoscenza della cultura e tradizione ebraica a contatto – prima – con la cultura dell’Europa centro orientale e – poi – con il restante mondo occidentale. A partire dall’opera teatrale di An-Ski (1863-1920), il percorso si snoda fino alla contemporaneità, con un occhio rivolto alle vecchie e nuove espressioni artistiche e con l’altro allo studio della tradizione ebraica, della simbologia e degli elementi mistici ed esoterici contenuti nel Dibbuk. Sulla leggenda del morto vivente - o meglio dell'anima erratica che non trovando pace entra nel corpo di un vivo, il Dibbuk appunto - Sholem An-Ski ha costruito il dramma d'amore di un giovane che, contrastato in vita, dopo la morte entra nel corpo dell'amata. La leggenda del Dibbuk fa parte della tradizione dell'ebraismo dell'Europa Orientale, e si richiama alla reincarnazione. Il dramma contiene accenni alla numerologia mistica e alla concezione del nome divino, da cui ogni oggetto della natura deriva per emanazione. Fu scritto in yiddish nel 1918, e venne rappresentato a partire dal 1920 riscuotendo un enorme successo in tutte le parti del mondo. Nel 1936 fu rappresentato alla Scala, e negli anni '70 Leonard Bernstein lo rappresentò a New York in forma di balletto.

 

La manifestazione è un progetto dell’Istituto di Studi Storici Gaetano Salvemini realizzato in collaborazione con Museo Nazionale del Cinema, Torino Spiritualità, Goethe-Institut di Torino, Università degli Studi di Torino, Laboratorio Multimediale “G. Quazza”, Mutamento Zona Castalia presso le cui sedi si svolgeranno gli incontri con autori, gli spettacoli e il corso di formazione. Hanno inoltre collaborato Archiwum Andrzej Wajda (Cracovia), Teatro Franco Parenti (Milano) e TR Warszawa (Varsavia). Il progetto è stato reso possibile grazie al contributo di Consolato Generale della Repubblica di Polonia in Milano, Comunità Ebraica di Torino, Comunità Polacca di Torino, Centrale del Latte di Torino.

 

Michal Waszynski

Der Dibuk

(Polonia 1937, 123’, b/n, v.o. sott.it.)

Due uomini, prima ancora di diventare padri, decidono che i loro figli si fidanzeranno e ignorano il monito di un misterioso viaggiatore che li mette in guardia da pianificare il futuro della loro prole. Un classico del cinema yiddish, finalmente restaurato e considerato da Kenneth Turan – il critico del Los Angeles Times – come uno dei dieci film più importanti sull’ebraismo.

Copia restaurata da National Center for Jewish Film – Brandeis University

Sc.: S.A. Kacyzna, Andrzej Marek, dal testo teatrale di Szymon An-ski; Fot.: Albert Wywerka; Int.: Abraham Morewski, Ajzyk Samberg, Mojzesz Lipman.