Ezio Mauro presenta il suo documentario sulla Rivoluzione Russa “Cronache di una Rivoluzione”. Video a cura di Francesco Fasiolo, regia di Sonny Anzellotti.
In occasione del centenario della Rivoluzione russa, l’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa e il Museo Nazionale del Cinema, organizzano lunedì 30 ottobre alle ore 20.30, al Cinema Massimo in Sala Due, una serata speciale con la proiezione di Cronache di una Rivoluzione (Italia 2017, 72’) di Ezio Mauro. Il film racconta, nel centenario della rivoluzione russa, cosa significò quel 1917 per l’Europa e per il mondo, video a cura di Francesco Fasiolo, regia Sonny Anzellotti. Interverranno Ezio Mauro e Francesco Fasiolo. Moderano Donata Pesenti Campagnoni e Sergio Toffetti. Ingresso libero.
Il documentario inaugura la retrospettiva che l’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa e il Museo Nazionale del cinema dedicano al centenario della Rivoluzione d’Ottobre: Lo schermo della Rivoluzione, a cura di Sergio Toffetti con Grazia Paganelli e Stefano Boni.
“Lo hanno avvelenato col cianuro nei pasticcini e nel vino. Gli hanno sparato più volte. Lo hanno pestato a terra con un manganello terrorizzati dalla leggenda della sua santità diabolica. Visto che Grigorij Efimovic Rasputin non voleva morire”.
Per ricostruire quelli che John Reed chiama I dieci giorni che sconvolsero il mondo, Ezio Mauro ritrova il suo passato di cronista (e di attento cultore degli incipit alla Hemingway e alla Gabriel Garcia Marquez), sbattendoci in faccia il delitto che preannuncia nel sangue il tramonto degli Zar. Nei suoi racconti, la Rivoluzione – che “non è un pranzo di gala” come ci insegnano Mao e Sergio Leone - si conferma fonte inesauribile di storie, oltreché di Storia epica del Novecento che ancora oggi ci avvince in un intreccio di personaggi, colpi di scena, intrighi, bandiere al vento, assalti notturni, altezzosi generali zaristi, soviet di operai contadini e soldati.
“Se mi fossi proposto da puro storico – spiega Mauro - con il ditino alzato, tra citazioni e rimandi in nota, sarebbe stato come offrire al lettore qualcosa che non mi apparteneva”.
Le sue corrispondenze “in diretta” dalla Russia del 1917 non si propongono soltanto in forma di articoli di “Repubblica” o di un libro in uscita da Feltrinelli, ma cercano lettori che amino anche il cinema e web.
I capitoli di queste cronache della Rivoluzione si completano infatti con un “cinegiornale” che ci porta sui luoghi della rivoluzione: il binario morto della stazione di Pskov dove finisce la fuga dello Zar Nicola II, fucilato con tutta la sua famiglia; la Stazione Finlandia di San Pietroburgo, dove arriva Lenin dall’esilio dopo aver attraversato l’Europa in guerra; la Piazza Rossa a Mosca, gremita di folla acclamante il Generale Kornilov che giura di farla finita coi bolscevichi; lo Smolnyi, di nuovo a San Pietroburgo, cattedrale della Rivoluzione da dove Trotskij organizza il colpo di stato; il quartiere operaio di Vyborg da cui partono gli insorti, e l’incrociatore Aurora, vanto della flotta zarista che punta i cannoni contro il Palazzo d’Inverno, la cui caduta segnerà il trionfo simbolico della Rivoluzione.
Le riprese in diretta si alternano con materiali di repertorio, talvolta molto rare, che mostrano i personaggi in azione: i bolscevichi trionfanti: Lenin e Trotskij in nu bagno di folla; il pallido zar Nicola con i suoi generali impettiti; Kerenskij, lo sfortunato capo del governo provvisorio. Accanto agli uomini d’azione, acquistano un volto intellettuali, artisti, poeti - Mauro ci fa entrare negli appartamenti che furono di Aleksandr Blok, di Anna Achmatova, di Vladimir Nabokov - che preparavano la Rivoluzione delle arti nelle serate passate al Club Cane Randagio, e che saranno progressivamente condannati al silenzio, all’esilio, alla prigionia, alla morte o all’acquiescenza col potere, presto afferrato saldamente da Stalin.