Jane Campion al Museo Nazionale del Cinema
Sin dai primi fortunati esordi festivalieri che l’hanno accreditata come una cineasta dal talento eccezionale, Jane Campion si è distinta come regista iconoclasta e sottile ritrattista dell’animo umano e delle donne, affermandosi anche come una delle voci più rilevanti del cinema contemporaneo. Il Museo Nazionale del Cinema di Torino rende omaggio alla regista, produttrice e sceneggiatrice neozelandese, che è stata la prima donna a ricevere l’ambita Palma d’Oro al Festival di Cannes e la seconda di nove donne ad essere nominata come miglior regista agli Academy Awards (attestandosi anche come l’unica regista donna con nomination multiple in questa categoria, vincendo alla seconda candidatura).
Caratterizzate in prevalenza da personaggi femminili che lottano per essere ascoltati, riconosciuti e compresi, le peculiari opere di Jane Campion non possono essere facilmente classificate: spaziando tra il cinema d’essai e il cinema commerciale, la sua filmografia comprende drammi a basso budget realizzati in Australia e Nuova Zelanda, film storici di prestigio internazionale, un thriller erotico contemporaneo girato negli Stati Uniti e una serie televisiva. La due volte vincitrice del Premio Oscar per Lezioni di piano (1993) e Il potere del cane (2021) – per i quali ha vinto rispettivamente l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale e per la migliore regia – terrà una Masterclass martedì 1° ottobre 2024 alle 18:30 nell’Aula del Tempio della Mole Antonelliana.
In dialogo con il direttore del Museo Domenico De Gaetano, Jane Campion ripercorrerà le tappe più importanti della sua carriera: dai primi lavori al grande successo di critica che l’ha consacrata come una regista da tenere d’occhio, converserà su come Lezioni di Piano abbia sancito la sua popolarità presso un pubblico mainstream e su come l’interesse per i personaggi femminili in società dominate dagli uomini abbia prodotto una serie memorabile di protagoniste, i cui pensieri e azioni spesso si scagliano contro lo status quo. Scavando negli strati esterni dei personaggi ed esplorando ciò che si nasconde al di sotto, la stragrande maggioranza delle sue eroine si rivelano, infatti, essere individui complessi, avvincenti e imperfetti i cui sforzi per scoprire ed esprimere la propria individualità le mettono in contrasto con il mondo che li circonda.
“Nel corso della sua carriera quarantennale, Jane Campion si è ritagliata un posto unico nella storia e nel pantheon tradizionalmente maschile del cinema moderno” – afferma Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema – Con questo nuovo appuntamento il Museo Nazionale del Cinema ribadisce il suo ruolo di hub culturale internazionale, confermando di essere un’istituzione capace di fare grandi mostre e di ospitare personaggi e celebrità del mondo del cinema e della cultura. Jane Campion, con il suo cinema forte e sottile al tempo stesso, amato sia dai cinefili che dal grande pubblico, ben rappresenta la proposta culturale del museo, sempre di alta qualità e accessibile a tutti”.
“Jane Campion è indiscutibilmente una cineasta di singolare genialità che, come nessun altro, riesce a servirsi delle arti della rappresentazione cinematografica per rivelare intuizioni uniche e profonde sulla soggettività femminile nonché una sensibilità distintiva in film diretti da una donna, sulle donne e per le donne” – sottolinea Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema – “L’aspetto superficiale di un thriller tradizionale, di una storia d’amore, di un dramma domestico, di una biografia o di un adattamento di un classico della letteratura fa un lungo giro attorno alla psiche dei suoi personaggi principali e osa deviare in un territorio inaspettato e altamente stimolante che non sempre incontra un fascino universale”.
Prima dell’evento – a cura di Marco Fallanca – Jane Campion sarà premiata per la dedizione senza compromessi alla sua visione artistica, ricevendo il Premio Stella della Mole. L’esplorazione della coscienza femminile, la rappresentazione di protagonisti solitari e le ambientazioni suggestive e malinconiche che hanno caratterizzano il suo cinema suscitano da sempre particolari apprezzamenti, così come le sue tecniche di narrazione: dalle composizioni visive originali e sorprendenti ai momenti di ambiguità narrativa, passando per un montaggio non lineare e uno stile allusivo, che spesso sottintende ciò che in una scena non viene detto o mostrato.
“Sono davvero emozionata di visitare per la prima volta un’istituzione prestigiosa come il Museo Nazionale del Cinema – dichiara Jane Campion – e non vedo l’ora di condividere del tempo con la vasta platea di cinefili della città di Torino in occasione di questa Masterclass all’interno di un monumento unico come la Mole Antonelliana”.
La Masterclass di Jane Campion sarà preceduta il 30 settembre alle 20:30 al Cinema Massimo da “Shorts by Jane Campion”, un’iniziativa realizzata in collaborazione con il Festival Internazionale RAI - Prix Italia (Torino, 1 – 4 ottobre 2024) e che prevede la proiezione dei cortometraggi diretti dalla regista neozelandese dal 1982 al 2008.
Jane Campion
Dame Elizabeth Jane Campion è nata in una famiglia di artisti a Wellington, in Nuova Zelanda, nel 1954. Ha conseguito la laurea in antropologia alla Victoria University di Wellington, per poi intraprendere gli studi alla Chelsea School of Arts di Londra e al Sydney College of the Arts prima di concentrare la sua attenzione sul cinema all’inizio degli anni ‘80, frequentando l’Australian Film, Television and Radio School. Al suo primo cortometraggio Peel (1982), vincitore della Palma d’Oro – Miglior cortometraggio al Festival di Cannes nel 1986, hanno fatto seguito Passionless Moments (1983) e A Girl’s Own Story (1984), anch’essi realizzati durante gli studi e proiettati nella sezione Un Certain Regard. Dopo il debutto con il film tv Two Friends (1986), ha diretto il pluripremiato lungometraggio Sweetie (1989). Il film biografico sulla scrittrice Janet Frame, An Angel at My Table (1990), è stato presentato alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove ha vinto numerosi premi, tra cui il Gran Premio della Giuria. Nel 1993, ha ottenuto ampi riconoscimenti per il film vincitore della Palma d’Oro e dell’Oscar (Migliore sceneggiatura originale) Lezioni di piano, ricevendo oltre 30 premi internazionali. Nel 1996, Ritratto di signora ha chiuso la Mostra del cinema di Venezia e ha ottenuto due nomination agli Academy Awards. Nel 1999, ha scritto – insieme alla sorella Anna – e diretto la commedia drammatica Holy Smoke. Nel 2003, ha scritto – insieme a Susanna Moore – e diretto In The Cut. Campion ha scritto e diretto il cortometraggio The Water Diary (2006) – realizzato con il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo al fine di promuovere la campagna sugli Obiettivi di sviluppo del Millennio lanciata da Kofi Annan nel 2000 –, seguito da The Lady Bug (2007), commissionato dal Festival di Cannes. Nel 2009, Bright Star è stato presentato in concorso a Cannes. Nel 2012, ha creato e scritto Top of the Lake, una miniserie di sei ore, di cui è stata anche produttrice esecutiva e di cui ha diretto tre dei sei episodi. La serie sequel, Top of the Lake: China Girl, è stata presentata al Festival di Cannes come parte delle celebrazioni del 70° anniversario. Campion ha scritto, diretto e prodotto The Power of the Dog (2021), presentato in anteprima a Venezia nel 2021 e valsole il Leone d’argento per la migliore regia. Per questo film, Campion ha vinto numerosi premi, tra cui l’Oscar al miglior regista, il BAFTA al miglior film e miglior regista, il Golden Globe per il miglior film drammatico e il miglior regista, nonché il Directors Guild of America Award al miglior regista cinematografico.
Nel 2013, Campion ha ricevuto il premio Carrosse d’Or dalla Société des réalisateurs de films. Ha presieduto la giuria del 67° Festival di Cannes e nel 2014 è stata insignita della Legion d’Onore dal Ministro della Cultura francese. Nel 2016, è stata nominata Dame Companion dell’Ordine al Merito della Nuova Zelanda e alla prossima edizione del Locarno Film Festival riceverà il Pardo d’Onore Manor.
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