Evento speciale "Un volto nella folla" in occasione della mostra #FacceEmozioni.
Mole Antonelliana - 15 giugno 2019, ore 18.00 - Aula del Tempio
UN VOLTO NELLA FOLLA è un evento realizzato dal Festival della Criminologia e dalla Polizia di Stato, in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema, in occasione della mostra #FacceEmozioni. 1500-2020: dalla fisiognomica agli emoji, a cura di Donata Pesenti Campagnoni e Simone Arcagni, che si terrà al Museo Nazionale del Cinema di Torino dal 17 luglio 2019 al 6 gennaio 2020.
L’incontro, che sarà introdotto dal Direttore Centrale Anticrimine Francesco Messina, presenta al pubblico SARI, il nuovo algoritmo specifico per il riconoscimento facciale. Intervengono: Luigi Rinella (Direttore Polizia Scientifica Polizia di Stato), Simone Arcagni (Co-curatore della mostra #FacceEmozioni), Angelo Zappalà (Direttore Festival della Criminologia).
L'argomento anticipa la mostra #FacceEmozioni, che, attraverso un racconto lungo 5 secoli, vede nel volto il più importante luogo di espressione dell’anima dell’essere umano, un percorso che si concentra sulle arti performative e si interseca con arte, scienza, tecnologia e comunicazione.
Ritratta, dipinta, scolpita, fotografata, filmata, «selfata». È la faccia. «Nella faccia c’è tutto», cosi diceva Cicerone. Il volto è un libro su cui si è tentato di leggere la personalità, il carattere, il temperamento e in qualche misura il destino di un essere umano.
Da secoli il volto è stato anche al centro delle storie giudiziarie. Valutare l’inclinazione al tipo di crimine che potrebbe commettere un individuo osservando la forma della sua testa e del suo volto, identificare il volto del colpevole descritto da un testimone oculare, affiggere locandine con i volti dei ricercati, capire se il sospettato stia mentendo mentre lo si interroga. Nonostante la forza probatoria del DNA e delle impronte digitali, ancora oggi nell’investigare sul crimine il volto è una targa, un codice, un numero di matricola per identificare un criminale. Il volto del criminale è sempre più spesso eternato da una delle innumerevoli telecamere che popolano il paesaggio contemporaneo.
Ingresso con biglietto del Museo Nazionale del Cinema.