Il Museo Nazionale del Cinema, la CSC-Cineteca Nazionale e l'Archivio Nazionale Cinema d’Impresa presentano Off&Pop.
Le proiezioni si terranno, da mercoledì 7 a giovedì 15 novembre, in vari spazi tra Torino e Ivrea, coinvolgendo: il Cinema Massimo, la Bibliomediateca del Museo Nazionale del Cinema, il Circolo dei Lettori, e la sede di Ivrea dell'Archivio Nazionale Cinema d'Impresa.
Off&Pop ricostruisce la nascita del cinema sperimentale italiano a partire dalla metà degli anni '60, quando, influenzati dal New American Cinema, giovani cineasti muovono contro il sistema produttivo degli spettacoli di mercato, per reinventare un cinema strettamente connesso ai loro desideri e ai loro sogni, spingendosi, come Paolo Gioli, fino a sovvertire la stessa tecnica, attraverso la realizzazione di film senza la macchina da presa o espandendo l'immagine al di fuori dello schermo come Tonino De Bernardi.
Il cinema diventa così un prolungamento della soggettività dei cineasti, che filmano i loro “diari privati”, come fanno Massimo Bacigalupo, Paolo Brunatto, Michelangelo Buffa; oppure rendono visibili i fantasmi dell’inconscio come Piero Bargellini. Ripetendo al cinema lo shock dadaista dell' “objet trouvé”, Alberto Grifi e Gianfranco Baruchello utilizzano scarti di pellicola per smontare l'immaginario hollywoodiano ne La verifica incerta; mentre Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi riportano le immagini fuori dagli archivi per ricostruire il rimosso nella memoria del Novecento.
Questo movimento che dal cinema muove verso la poesia, le performances teatrali, la figurazione, ne incrocia uno specularmente opposto che dalle altre arti muove verso il cinema, riscoperto come campo di espansione delle loro ricerche da teatranti come Carmelo Bene o Leo de Berardinis e Perla Peragallo, e musicisti come Sylvano Bussotti; mentre giovani artisti come Ugo Nespolo e Mario Schifano si impadroniscono direttamente della macchina da presa per provare a “uscire dal quadro”.
Un movimento che si sviluppa essenzialmente sull’asse delle “due città”, come avrebbe detto Mario Soldati: Torino e Roma. Le città che ritroviamo qui protagoniste di uno dei più interessanti momenti di dialogo tra cinema e arti visive: “Michelangelo e il suo doppio”, la serie di film realizzati nel ‘68 per la mostra di Pistoletto alla galleria “L’Attico” di Roma da cineasti e artisti torinesi: da Ugo Nespolo a Plinio Martelli, da Renato Ferraro a Tonino De Bernardi a Pia Epremian De Silvestris, che di questa stagione è la vera “donna con la macchina da presa”.
La rassegna, che riscopre autentiche “rarità” come il cartone animato realizzato da Pino Pascali per un film industriale nel 1967 o i primi film di Anna Lajolo e Guido Lombardi, si chiude idealmente presentando la versione restaurata dalla Cineteca Nazionale di Anna di Alberto Grifi e Massimo Sarchielli: è il 1972 e la speranza della rivolta sta per cedere il campo al mito della rivoluzione.
Per informazioni: programmazione@museocinema.it